ISTITUTO COMPRENSIVO PRIMO. Ne è trascorso di tempo da quando la stilista milazzese Giovanna Calapà, diplomatasi al liceo linguistico, dopo vari corsi formativi, diplomi di sarta, figurinista- stilista, con una gavetta da stagista- stilista all’atelier delle sorelle Fontana e incarichi in varie sartorie, laboratori cine teatrali a Roma ed a Messina (per la stagione estiva di Taormina Arte) approda a Mediaset, dove rimane dal 2001 al 2003 e poi in Rai. Era il 2004. Sono tantissimi gli spettacoli a cui ha lavorato: “Il Re Leone”, “Il Paradiso può aspettare” ,“Deus ex Cosmo“, “The Jungle” (solo per citarne alcuni) e sono tanti i teatri importanti in cui ha avuto il piacere di farlo, il Teatro Brancaccio, il Teatro Manfredi, il Sistina, il San Raffaele, il Manzoni, il Piccolo Eliseo. Il suo lavoro le ha concesso il privilegio di incontri memorabili con personaggi di spicco nel panorama della musica e del cinema, come quello con la divina Sofia Loren, madrina d’onore nella convention di un musical “Nights on Broadway” svolto a Napoli in occasione del varo del transatlantico “Lirica” per la compagnia Msc. Tante le esperienze, come assistente costumista nella commedia teatrale “Bersagli di vetro” con Franco Oppini e Ninì Salerno, nel musical “Lady Day” con Amii Stewart, in “Do you like Las Vegas?” con Johnny Dorelli e Jinny Steffan, nella fiction “Il Commissario” con il grande Massimo Dapporto e Caterina Vertova. E’ stata sarta di scena in “Un ragazzo di campagna” con Luigi De Filippo, in “Atti Impuri” con Tullio Solenghi e Massimo Giuliani, in “Menomale che c’è Maria” con Enrico Montesano e Barbara D’Urso. La stilista milazzese ha lavorato anche in diversi spot pubblicitari come “Casco” per il ministero dei Trasporti e nel videoclip “Salirò” con Daniele Silvestri e Fabio Ferri.

ALESSIA PALMI III B 

L’INTERVISTA

Le alunne che hanno realizzato l’intervista

A quando risale la sua passione per la moda?

Ci sono passioni che si coltivano da quando si è bambini, io sono nata con il talento del disegno e ho sempre sognato di diventare una stilista di moda e di lavorare nei teatri e in tv come costumista. La mia passione è nata con me e crescendo ho avuto la determinatezza e la caparbietà di coltivarla realizzandolo come professione.

Quale tra le sue tante esperienze lavorative l’ha arricchita di più?

Il mio lavoro mi arricchisce ogni giorno di più. Ogni esperienza è a sé, si comincia da zero, si dimenticano le nozioni imparate a scuola, si cominciano a seguire i vecchi costumisti come assistenti e vi assicuro che non è per niente facile. Conoscete il film “ Il diavolo veste Prada”? Tutto vero. Io, come tante altre mie colleghe, abbiamo avuto delle esperienze uguali con le nostre capo costumiste ma sono esperienze che servono a crescere  l’importante è tenere duro. Le sartorie cine-teatrali, per fare un esempio, mi sono servite ad imparare bene come coordinare una sartoria e vedere nascere un costume che poi indossava l’artista. In teatro, invece, ho imparato davvero l’importanza del mio lavoro tra disegni di bozzetti, seguire il lavoro nelle sartorie, accontentare il regista, essere paziente con l’artista, in tv ho imparato ad essere più attenta che tutto vada alla perfezione soprattutto quando è in corso una diretta. Il mio è un lavoro ricco di cambiamenti.

La Rai è nei nostri sogni, ci immaginiamo come deve essere bello incrociare nei corridoi personaggi amati dal pubblico, lei si è abituata o le è battuto il cuore per qualcuno/a?

Certo, ho incontrato personaggi che sono miei idoli con i quali mi è capitato di fare amicizia. Legami che ancora dopo anni vanno avanti. Io ho vissuto non solo in Rai ma anche in Mediaset. Nei teatri, ho lavorato con personaggi e mi emozionavano solo a vedere i miei costumi indossati da loro. Ormai, dopo tanti anni, mi sono abituata, per me tutto è normale. Ogni giorno incrocio innumerevoli personaggi famosi e non ci faccio più caso ma quando succede che incontro qualche mio idolo, ebbene sì, il cuore batte ancora forte .

Cosa vuole che emerga dalle sue creazioni?

Ci sono delle differenze tra realizzare un abito di moda e realizzare un costume. Realizzare un abito significa gratificare il tuo lato artistico e vederlo nascere, a livello emozionale. Realizzare un costume è diverso, è più complesso. Il costume in scena deve parlare insieme al personaggio, deve essere un’unica cosa, perché il mio mestiere è costruire l’immagine non solo dal punto di vista estetico ma bensì comunicativo. Quando si va a vedere una mostra di quadri, è la comunicazione ed il sentimento che fa di quel quadro un’opera d’arte. Le mie creazionii vogliono trasmettere qualcosa di emozionante che rimanga impresso negli occhi della gente e che, soprattutto, non venga criticato.

Come si diventa costumiste/stiliste?

Diventare costumiste o stiliste non è semplice, quando si sogna di fare un mestiere come questi bisogna prima di tutto non smettere di sognare, cercare le scuole giuste e lavorare sodo per imparare il più possibile.  Le scuole di formazione servono per dare le basi giuste di preparazione, per tutto il resto ci pensa l’esperienza, lavorare anche gratis pur di farti valere, essere sempre disponibile, diventare la fedele assistente di una costumista. Molto spesso è anche fortuna perché, magari, anche in una semplice cena, può succedere di incontrare la persona giusta che crede nel tuo talento e che ti aiuta a intraprendere la strada che desideri, parlo di persone oneste che non ti chiedono niente in cambio. Bisogna, soprattutto, fare i conti con la competizione dei colleghi pronti a tutto pur di scavalcarti. In Rai è un po’ più difficile entrare, perché esigono che tu venga da altre esperienze. Sfatiamo il mito delle raccomandazioni, si entra solo attraverso un severo esame dove ti valutano in tutti gli aspetti, anche psicologici. Si deve dimostrare preparazione teorica e pratica. Fare la costumista non è solo realizzare un costume ma bisogna avere un’ottima capacità di organizzazione, trasparenza, ingegno, bisogna conoscere a memoria la storia del costume ed essere sempre aggiornate sulle nozioni di moda dettate dagli stilisti, avere un’eccellente comunicabilità con le alte cariche professionali quali direttori, produttori e registi, sapersi rapportare con gli artisti soprattutto se conduttori o conduttrici, avere un’ottima reputazione, fare del buon public relation con le aziende di moda per procacciare sponsor. Bisogna essere completi e risolutivi. Quando c’è un’emergenza in procinto di una diretta, e vi assicuro che succede spesso, bisogna essere pronti a risolvere subito il problema.

Ci dica tre aggettivi per definire la sua concezione di moda?

Stile, Eleganza, Semplicità

Quali sono i suoi colori preferiti per gli abiti?

Amo tutti i colori del mondo compresi quelli neutri, mi piacciono molto i contrasti soprattutto quando si tratta di abbinare un accessorio colorato su un colore neutro ma non amo il verde prato e il viola.

Secondo lei gli accessori sono importanti o superflui?

Gli accessori sono componenti essenziali perché completano l’opera di un’immagine. Servono a definire lo stile di un abito o la personalità di chi lo indossa. Ci sono momenti in cui ci aiuta a cambiare lo stile di un abito indossato durante il giorno e sfoggiato la sera per occasioni più eleganti. Un esempio: per andare in ufficio di solito si usa indossare un capo formale come il tailleur gonna e giacca con sotto una camicetta o un top, molto spesso si abbina con una semplice collanina in oro fine e con scarpe décolleté tacco 5. Improvvisamente, arriva un invito a cena importante dove è d’obbligo un abito più elegante. Cosa fare? L’unica soluzione è cambiare accessorio. Per la sera, basta eliminare la giacca formale del tailleur, abbinare parure di perle se si vuole rimanere sul classico elegante o anche una bella collana colorata ma preziosa, indossare un paio di décolleté con tacco 12 ed ecco definire il tuo abito da giorno o addirittura da ufficio in un completo più elegante. L’accessorio, in questo caso, ha fatto la differenza

Ha mai indossato un abito realizzato da lei?

Quando ero bambina, disegnavo io stessa i miei vestitini che mia madre faceva realizzare alla sarta. Poi ho cominciato ad  acquistare ma modificavo quasi sempre. Oggi ho sempre meno tempo e da quando il vestire è diventata la mia professione, tendo a comprare velocemente un capo per poi impressiosirlo con gli accessori giusti. L’immagine è importante perché definisce la credibilità di una persona che sul mio lavoro è fondamentale.

Cosa si prova a lavorare per personaggi famosi? Si incontrano quelli antipatici e boriosi?

Quando lavori con un personaggio, il rapporto diventa un po’ più familiare rispetto ad altri, inizia la confidenza e la fiducia reciproca, ci sono personaggi con i quali è facile rapportarsi, altri sono un po’ più esigenti, altri hanno caratteri difficili e sono insicuri, l’artista non è mai antipatico, mai borioso, sono persone semplici come noi. Ogni tanto capitano persone molto difficili ma è solo un problema caratteriale e sinceramente, sono molto rare.

Si fanno consigliare facilmente o sono particolarmente esigenti?

Quando si intraprende la preparazione di una trasmissione e dopo aver preso accordi con il regista, produttore e autori, l’incontro con l’artista in questione è fondamentale perché nasce subito una stretta collaborazione. Io propongo uno stile o degli abiti adatti alla sua personalità, alla sua fisicità, ai suoi gusti pur dovendo mantenere l’esigenza di una determinata immagine richiesta dal regista e dagli autori. Molto spesso si fanno consigliare, ecco perché bisogna sempre essere sicuri e credibili all’occhio dell’artista. I personaggi pubblici televisivi investono sulla loro immagine e danno tantissima importanza all’abito che indossano, persino al colore, sono molto esigenti, a volte insicuri, bisogna accontentarli il più possibile.

Ha progetti per il futuro, magari cambiare città?

Il mio progetto è continuare a lavorare in Rai come costumista e firmare in testa da titolare nei programmi visto che ancora risulto nei titoli di coda. Un mio nuovo progetto consiste nel pianificare nuovi look riciclando vecchi abiti modificandoli e non voglio cambiare città.

Ha mai stretto amicizia in modo particolare con un personaggio con cui ha lavorato?

Essendo l’unico ambiente che frequento ho diversi amici e conoscenti anche famosi.

È diverso creare costumi per il cinema rispetto al teatro?

Nel cinema si lavora molto con gli sponsor e le aziende di moda se il film è moderno. Se un film è in costume non c’è differenza, il procedimento è lo stesso, si disegnano bozzetti, si presentano al regista e agli sceneggiatori, si scelgono le sartorie di realizzazione e via alla nascita dei costumi, come si fa in teatro e come si fa in Tv. Le differenze sono solo gli ambienti che spesso sono esterni ed itineranti e gli orari di lavoro, il cinema è più duro sotto questo punto di vista, spesso si lavora di notte o all’alba per diverse ore, tante ore.

Lei ha lavorato in diversi spot pubblicitari , in quale si è maggiormente divertita ed ha sentito meno la fatica?

Sinceramente i Set mi annoiano, sono lunghi e stabili, non hanno tempo, io amo molto l’atmosfera arcaica di un teatro e la frenetica tv ma se dovessi darvi una risposta vi direi che mi sono divertita tanto quando, in Mediaset, mi occupavo di Giorgio Mastrota, il re delle telepromozioni, con lui si rideva sempre, è una persona simpatica e solarissima.

Quale personaggio vorrebbe vestire?

Da premettere che tutti i personaggi che ho vestito, li ho amati tutti e li amo tuttora, ne ho visti tanti, l’elenco è lungo com’è lungo l’elenco di personaggi che vorrei vestire. Avevo un sogno nel cassetto fin da bambina, purtroppo sfumato che era quello di diventare la costumista di Prince un cantante ormai scomparso. Il mio sogno adesso si chiama Malika Ayane anche se lei ha già uno stile tutto suo, mi inventerei per Giorgia, la mia cantante preferita e vorrei essere la costumista di Evgeni Plushenko il re del pattinaggio artistico, per lui farei carte false, inventerei ogni giorno un costume diverso per ogni sua performance.

Ha mai avuto qualche ripensamento o dubbio nel corso della sua carriera lavorativa?

Si, tante volte e tante volte sono entrata in crisi sentendo forte il desiderio di tornare a casa, provandoci pure, ho sempre pensato di aprirmi un atelier di moda a Milazzo e continuare a fare la costumista fuori, di aiutare voi giovani talentuosi a realizzare i vostri sogni pur rimanendo a casa. L’estate scorsa ho conosciuto Gianluca Alibrando un giovane stilista milazzese con un talento naturale non indifferente, in lui ho molta, molta, moltissima speranza.

Lei lavora a Roma, bellissima città ma sappiamo che è molto legata a Milazzo, cosa le manca della sua e della nostra ridente cittadina?

Se vi dico che sto rispondendo con le lacrime agli occhi non mi crederete. Da anni mi trovo combattuta ed innamorata di due mondi diversi e separati: la mia difficile ma meravigliosa città adottiva Roma e la mia Milazzo, sangue del mio sangue. A Roma è nata la mia vita vera, qui mi sono realizzata come donna, ho sfidato il mio coraggio, ho lottato per realizzare i miei sogni di bambina, ho nuove amicizie, le mie colleghe che per me sono la mia famiglia adottiva, mia figlia, il mio amato lavoro, il mondo dello spettacolo da cui difficilmente mi staccherò, sono cresciuta interiormente e ho imparato ad apprezzare meglio la vita con tutti i suoi problemi perché è normale averli. A Milazzo c’è la mia infanzia, la mia famiglia alla quale sono molto legata, il mio mare, il mio sole, i miei luoghi di bambina, i miei ricordi, le mie preziosissime amicizie le quali sono rimaste intatte nel tempo, i miei compagni di liceo con i quali faccio da anni le rimpatriate, le mie passeggiate, il mio Capo Milazzo, la mia Marina Garibaldi, la mia spiaggia. Milazzo è diventato il mio sacro baule dove custodisco gelosamente il mio passato, dove tante persone che amo sono presenti e tante, purtroppo non più presenti in questa vita, continuano a vivere nel mio cuore come segni indelebili. Mi sono costruita un cuore a metà, con due colori diversi, uno è blu che rappresenta la mia vita a Roma, uno è Rosso come l’Amore che ho per Milazzo.  Questa è la mia realtà.

ELENA BASILE, FRANCESCA FOTI IIIB

Media Garibaldi