I numeri definitivi si sapranno solo la prossima settimana, ma intanto dall’Ufficio del Personale del comune di Milazzo sono stati notificati due licenziamenti. Sono i primi provvedimenti definitivi per i cosiddetti “furbetti del cartellino” coinvolti nell’operazione “Libera uscita” della Guardia di Milazzo. Le uniche due “vitime” (o capri espiatoi) di una inchiesta che inizialmente ha coinvolto 75 lavoratori di cui 59 destinatari di obbligo di firma.

Le fiamme gialle avevano portato alla luce un “sistema” di cattive abitudini che risparmiava pochi. Erano fatte, principalmente, di lunghe pause caffè, uscite non giustificate per prendere i figli a scuola in orari di ufficio (senza timbrare il badge in uscita) o per cercare un parcheggio dopo avere timbrato il badge. Nella maggioranza dei casi, invece, per gli indagati è stata decisa la sospensione degli iter disciplinari fino al termine del processo giudiziario, dunque, quando scadrà la misura cautelare, potranno tornare in servizio.

I casi dei due licenziati, invece, secondo i componenti dell’Ufficio provvedimenti disciplinari (Upd), non necessitavano di ulteriori approfondimenti, fatti contestati sarebbero inequivocabili: 70 ore per uno e 28 ore per l’altro caso.  A quanto pare, però, in ballo ci sarebbero altri licenziamenti, ma la “sentenza” della commissione arriverà nelle prossime ore.

A compore l’Ufficio provvedimenti disciplinare  il segretario comunale Evelina Riva, il ragioniere capo Francesco Consiglio e il capo del personale Michele Bucolo. Quest’ultimo, durante la bufera mediatica, fu protagonista di un singolare episodio che balzò agli onori della cronaca e che mise in forte imbarazzo il sindaco Giovanni Formica in diretta tv: fu ripreso dalle telecamere de La 7 mentre fumava nei corridoi di Palazzo dell’Aquila nonostante risultasse colui che doveva fare rispettare le norme anti-tabagismo. Poi, però, non ha potuto fare a meno di auto-multarsi con una piccola ammenda.