COMUNICATO STAMPA. I finanzieri della Compagnia di Milazzo guidati dal capitano Michele Milazzo, nelle prime ore del mattino di oggi hanno dato esecuzione a cinquantanove misure cautelari personali consistenti nell’obbligo di firma dinanzi alla polizia giudiziaria a carico di altrettanti dipendenti del Comune di Milazzo assenteisti.

L’ordinanza è stata emessa dal G.I.P. del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, Fabio Gugliotta. Le indagini,

coordinate dal Procuratore Capo della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, Emanuele Crescenti, e dai Sostituti Procuratori Federica Paiola e Rita Barbieri, hanno permesso di accertare responsabilità per truffa ai danni dello Stato nei confronti di una parte consistente del personale in servizio presso il palazzo comunale di via Crispi.

L’operazione, ribattezzata “Libera uscita”, è il risultato di una minuziosa attività investigativa protrattasi per diversi mesi ed è stata realizzata anche con l’ausilio di telecamere collocate agli ingressi dell’edificio ove è ubicato l’ente pubblico; queste ultime hanno consentito ai finanzieri di monitorare costantemente sia la zona dove erano collocati gli strumenti per la rilevazione delle presenze del personale che gli ingressi principali. Grazie alle videoriprese è stato, pertanto, possibile accertare come una buona parte del personale in servizio presso la sede del Comune era solita assentarsi arbitrariamente dal proprio posto di lavoro, riscontrando diffuse e reiterate irregolarità attuate da cinquantanove impiegati. Tale elevato numero di dipendenti corrisponde al trenta per cento del totale di quelli in servizio presso l’ente pubblico in questione, che sono centonovanta.

Le indagini delle Fiamme Gialle mamertine, con il coordinamento del Comando Provinciale di Messina, hanno consentito di

scoprire più di mille ore di assenze ingiustificate. In particolare, è stato rilevato che i dipendenti pubblici denunciati, a piccoli gruppi, si mettevano d’accordo tra loro affinché uno timbrasse i badge magnetici degli altri, consentendo così ai colleghi di arrivare in ritardo, di andare via in anticipo dal posto di lavoro, ovvero di uscire per dedicarsi a faccende personali.

 A supporto delle attività di videosorveglianza, sono stati effettuati ulteriori meticolosi accertamenti, quali attività di pedinamento e d’osservazione, da cui è emerso che grazie ai fraudolenti sistemi adottati, qualche impiegato trascorreva gran parte dell’orario di servizio al bar mentre altri passeggiavano per le vie commerciali insieme con i colleghi effettuando acquisti.

Tra i casi più eclatanti vi è quello che ha visto coinvolto un dipendente che andava regolarmente ad allenare la sua

squadra di basket durante tutto il turno di lavoro, facendosi anche timbrare il badge da altri colleghi e attribuendosi illecitamente

in alcuni casi pure le  ore di “straordinario”.

In un’altra circostanza, un funzionario, peraltro già membro dell’ufficio per i procedimenti disciplinari del medesimo

Comune, anziché essere al lavoro si recava presso un centro di terapia per effettuare una seduta di massaggi.

Attraverso tali comportamenti i dipendenti assenteisti facevano risultare l’orario di servizio come se fosse integralmente osservato; conseguentemente, percepivano indebitamente un profitto ingiusto, ossia la retribuzione ordinaria per l’intera giornata, con danno economico per la pubblica amministrazione, oltre all’evidente disagio per l’utenza, considerato che l’assenza del dipendente dal posto di lavoro può generare rallentamenti nell’espletamento delle pratiche amministrative.

Le risultanze investigative, così come emerse nelle varie fasi delle indagini, sono state successivamente poste in correlazione con i turni di lavoro riportati nei prospetti mensili di ciascun dipendente, acquisiti da parte dei finanzieri milazzesi

presso i competenti uffici dell’ente pubblico in questione.

I dipendenti pubblici in esame sono indagati per truffa aggravata ai danni dello Stato, reato punito con la reclusione da uno a cinque anni. Gli stessi, oltre al procedimento disciplinare da parte dell’amministrazione comunale che, in base alle recenti disposizioni normative prevede anche il licenziamento, saranno chiamati a rispondere anche del risarcimento sia del danno erariale patito dell’ ente l ocale a seguito della mancanza in servizio che di quello d’ immagine subito dall’amministrazione pubblica, in considerazione dei disservizi arrecati al buon andamento dell’ufficio.

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Il popolo
Il popolo
7 anni fa

Tutti licenziati senza scuse, bisogna canbiare tutti lo stato non na minna da ciucciari

Altair
Altair
7 anni fa

Mi sto accorgendo che dopo l’iniziale scandalo, in città iniziano a spuntare come i funghi i “garantisti”. Perché ovviamente 75 indagati hanno la loro cerchia di parenti, conoscenti e amici… che adesso si prodigano a sminuire la cosa e accusano chi è incazzato di voler mettere alla gogna la gente. Alla gogna è stata messa una città intera per colpa di decine di fannulloni, che ora DEVONO pagare!

Pietro
7 anni fa

ed i finanzieri di Milazzo hanno fatto capire a tutti che loro al bar a bere il caffè ci vanno in missione…

Life
Life
7 anni fa
Reply to  Pietro

E non solo al bar….

Pietro
7 anni fa

La classica inchiesta in favore di telecamere che riempie la pancia dell’opinione pubblica e che si concluderà con 12 sanzioni disciplinari e, forse, tre licenziamenti. In compenso la procura di barcellona ha sputtanato una città intera, rivendicato la sua importanza sul territorio (guarda caso, a fronte dei tagli di organico già previsti)

Pietro
7 anni fa

59 indagati per un totale 1000 ore (complessive) di assenze ingiustificate in 6 mesi, pari a una media di 16 ore a persona = 40 minuti a settimana = 9 minuti al giorno. Fatti i dovuti distinguo, mi sembra del tutto evidente che hanno messo nel tritacarne tantissima gente per mancanze ridicole, che si risolveranno in un nulla di fatto, giusto per dire che il 30% del Comune di Milazz era assenteista

Paolo
Paolo
7 anni fa
Reply to  Pietro

i controlli vanno dal mese di novembre a dicembre 2014……quindi sei mesi non sono. Diciamo che anche un paio di ore a settimana, rubacchiate, alla fine fanno. Considerare il costo orario e moltiplicarlo per mille, quello si che darebbe il senso della vergogna che molti, in buonafede, hanno causato, oltre al danno erariale.