Si è svolta  in sala giunta la riunione promossa dal sindaco Formica e dal presidente del consiglio comunale Nastasi con i rappresentanti del TdM e dei sindacati del settore sanitario per discutere della bozza di riorganizzazione delle rete ospedaliera locale presentata dal manager dell’Asp, nel quadro della costituzione dell’Ospedale Riunito di “Milazzo – Barcellona – Lipari”.

All’incontro hanno partecipato oltre al sindaco e al presidente del consiglio, i capigruppo consiliari e i sindacalisti Felice Nania (Uil), Antonio Trino, Michele Gallo e Isella Cali (Cgil), Giuseppe Giannetto (Cimo) e Pietro Munafò, Mariella Crisafulli e Antonio Costa della Cisl.

Il sindaco Formica ha evidenziato che le criticità che emergono dal piano strategico trasmetto dall’Asp devono portare la politica ad aprire un percorso nuovo che oltre alla fase della protesta per quanto contenuto, contenga delle proposte concrete che siano finalizzate esclusivamente a migliorare l’offerta di servizi alla popolazione. “Il tema non deve essere quello di spartirsi pezzi di sanità o sollecitare interessi individuali, bensì formulare una pianificazione che metta al primo posto il cittadino”. Considerazioni condivise dal presidente Nastasi il quale ha ribadito che occorre fare un ragionamento serio e soprattutto tecnico sull’assetto degli Ospedali Riuniti Milazzo-Barcellona e Lipari, al netto dei campanilismi e degli interessi di parte e proprio per questo si è deciso di coinvolgere i sindacati per avere un supporto nel merito delle argomentazioni addotte dall’Asp e che non sembrano avere alcuna motivazione”.

Nei loro interventi tutti i rappresentanti del sindacato hanno contestato la bozza di Sirna che – hanno detto – contiene sostanzialmente cose che in sede di incontri avevamo bocciato anche perché in contrasto con le previsioni del decreto Balduzzi. Il rischio è di aver cercato di contemperare diversi interessi, pur sapendo che per motivi economici ma anche di riorganizzazione, il personale previsto non potrà mai essere assunto e i posti letto verranno tagliati nell’ottica della distribuzione che avrà valenza provinciale. Ecco quindi perché quella proposta dell’Asp appare inidonea in quanto – come ha sottolineato il vicesegretario regionale del sindacato dei medici Cimo Giuseppe Giannetto – due ospedali a 6 km uno dall’altro non raddoppiano l’offerta; la dimezzano. Un ospedale moderno, ai giorni nostri, è un’organizzazione complessa che funziona come un corpo, i cui organi sono i reparti. E ogni reparto non è isolato, ma supporta e viene supportato dagli altri: questo serve a garantire la sicurezza del presidio, dei personale e dei pazienti. Dislocando i reparti in due strutture, distanti pochi, ma decisivi kilometri, il rischio clinico si amplifica”.
E anche i consiglieri comunali (Formica, Nanì, Foti, Magistri) – che giovedì sera nel corso di una sessione straordinaria di lavori – affronteranno l’argomento – intervenendo hanno ribadito la necessità di uscire dall’equivoco e dalle assurdità contenute nella proposta come il mantenimento del Pronto Soccorso in entrambi gli ospedali pur in assenza di reparti chiave come ortopedia e ostetricia o altre tecnologie fondamentali per gli interventi urgenti di prima assistenza. Insomma tutti hanno convenuto che a mancare è l’efficienza del sistema e si è cercato di porre delle correzioni ritenute inutili a fronte di una situazione della sanità comprensoriale (non vanno dimenticate le criticità del presidio di Lipari) che rischia da qui a breve di esplodere nella sua drammaticità.