IN CLASSE (La città raccontata dagli studenti di Milazzo). Negli ultimi tempi le pagine di cronaca sono state infiammate da una tematica che ci ha toccato tutti, più o meno direttamente, quella dell’approvazione delle unioni civili nel nostro paese. Molte sono state le voci circolate, le speculazioni e distorsioni dall’effettivo tema operate da tutti coloro che si sono battuti affinché le unioni civili decadessero, ma prima di esprimere qualsiasi opinione a riguardo è bene fare chiarezza. Al centro delle polemiche vi è infatti il ddl Cirinnà, ovvero il disegno di legge giunto in Senato lo scorso 14 ottobre con la denominazione:”disciplina delle coppie di fatto e delle unioni civili”. Infatti è bene tenere a mente che tale proposta di legge verte su due capi distinti: nel primo viene trattato il tema delle unioni civili formate da persone dello stesso sesso. Secondo il ddl si potrà costituire un’unione civile fra persone dello stesso sesso con una dichiarazione dinanzi all’Ufficiale di Stato Civile, in presenza di due testimoni. I soggetti dell’unione potranno scegliere il regime patrimoniale e la loro residenza, decidere quale cognome mantenere e acquisire molti altri diritti già concessi per le unioni fra eterosessuali. Viene inoltre proposta la stepchild adoption, ovvero l’adozione del coniuge del figlio naturale o adottivo dell’altro compagno. Nel secondo capo invece viene trattato il tema delle coppie di fatto. I conviventi di fatto sono infatti “due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un’unione civile”. Il testo Cirinnà riconosce alla coppia diritti basilari quali quelli di assistenza, carceraria, sanitaria, reversibilità della pensione,  unione o separazione dei beni, subentro nel contratto d’affitto, e i doveri previsti per le coppie sposate. Molti sono stati i cori levatisi contro tali proposte “aberranti”, “improponibili” e chi più ne ha più ne metta. Tale è stato il loro impatto negativo su taluni individui da averli portati ad organizzare lo scorso 31 gennaio, il secondo fantomatico “Family Day” dell’anno, incontro tenutosi al circo massimo di Roma per difendere i valori della famiglia tradizionale composta da un uomo e una donna a dispetto della deviazione e perversione che rappresenterebbe l’unione fra due omosessuali e ancor di più la possibilità per quest’ultimi di crescere un bambino.

Purtroppo però il tutto risuona molto di ipocrisia andando a gettare un rapido sguardo alla lista dei simpatizzanti e organizzatori di tale giornata: da Mario Adinolfi, due matrimoni dei quali il secondo celebrato a Las Vegas, Matteo Salvini convivente con una terza donna dopo due matrimoni falliti a Don Mario Inzoli, sotto processo per pedofilia e alla Mussolini, che perdona il marito, condannato per prostituzione . Senza parlare della ciliegina sulla torta fornitaci dalla Meloni, che proprio il giorno della “famiglia tradizionale” ci informa di aspettare un bambino, pur essendo nubile. Siamo in un paese libero, ed è questa la vera grande bellezza: poter esprimere sempre e comunque la propria opinione e le proprie idee senza esser per questo perseguibili ma credo che nella vita bisogni sempre lottare per vedersi riconosciuti i propri diritti e non per negare quelli di altri uomini. “I diritti degli uomini, devono essere di tutti gli uomini altrimenti chiamateli privilegi” diceva Gino Strada e oggi, dopo un attesa che dura dal 1986, possiamo dire di aver conquistato una prima vittoria dal momento che il 25 febbraio il nostro senato pur senza stepchild adoption, ha approvato le unioni civili in Italia.

Elisa Squadrito IV C Turismo

ITET Leonardo da Vinci