La compagnia dei carabinieri di milazzo hanno arrestato un terzo componente della banda di truffatori accusati di avere raggirato numerosi imprenditori del comprensorio mamertino e finiti in manette lo scorso 24 febbraio. Si tratta di un disoccupato barcellonese, Salvatore Crinò, 33enne già noto alle forze dell’ordine. I carabinieri con minuziose indagini hanno ricostruito che Crinò era parte integrante di questa banda di truffatori e si spacciava anch’egli in alcuni casi per socio imprenditore degli altri due, in altri casi come semplice dipendente di fantomatiche ditte di costruzione. «Il suo contributo alla riuscita delle truffe – spiegano i carabinieri – era particolarmente importante perché  Crinò era proprietario di un furgone di grosse dimensioni utilizzato dalla banda per caricare e far sparire le ingombranti refurtive. Inizialmente, apparso come un semplice autista e trasportatore, in realtà, da accurati accertamenti, è emerso che faceva parte a pieno titolo della banda».

Il 24 febbraio i Carabinieri della stazione di Fondachello Valdina agli ordini del maresciallo aiutante Carmelo Carbone avevano già arrestato 2 membri di questa “banda” di truffatori, entrambi in realtà disoccupati barcellonesi e già noti alle forze dell’ordine, Angelo Arcoraci, 31enne, già sottoposto alla sorveglianza speciale di p.s con obbligo di soggiorno, tutt’ora ristretto in carcere a Messina Gazzi e Giuseppe Brancato, 43enne, tutt’ora ristretto presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari.

Come già spiegato dai carabinieri, nel corso di una conferenza stampa alla presenza del capitano della compagnia mamertina Antonio Ruotolo e del procuratore capo di Barcellona,  loro prima effettuavano acquisti ripetuti in contanti anche se di piccoli importi, sempre dallo stesso esercizio commerciale. In questo modo conquistavano la fiducia del titolare e si accreditavano come imprenditori “seri”. Le vittime preferite erano rivendite di materiali edili, di ferramenta o comunque articoli all’ingrosso di tipo professionale, tutti esercizi dove, visto il periodo di crisi, c’è maggiore flessibilità nei metodi di pagamento. Una volta ottenuta la fiducia del titolare, spesso anche attraverso inganni, bugie e millantati crediti, i finti imprenditori chiedevano di poter pagare una grossa spesa con un assegno. La “mossa” veniva effettuata sistematicamente il venerdì, in prossimità di pranzo, quando le banche sono prossime alla chiusura e non è possibile fare nessun controllo se non il lunedì successivo. Ovviamente i truffatori avevano già pronti documenti e firme false. Una volta consumata la truffa sparivano nel nulla e al povero imprenditore di turno non restava altro che accorgersi che l’assegno era rubato e quindi privo di qualsiasi copertura. Gli imprenditori, spesso truffati per migliaia di euro, hanno cominciato a denunciare tutto ai Carabinieri di diverse stazioni della provincia di Messina. Tutte queste denunce di truffe, con modalità simili anche se con nomi e “particolari” diversi, hanno fatto scattare le indagini dei carabinieri della stazione di Fondachello Valdina agli ordini del maresciallo aiutante Carmelo Carbone.

La truffa del 24 febbraio ebbe però un epilogo diverso. I carabinieri,infatti, negli ultimi mesi avevano messo in guardia molti imprenditori sul rischio di questo tipo di truffa, effettuando una vera e propria opera di formazione, svolta porta a porta direttamente presso vari punti vendita del territorio. Uno di questi imprenditori, che evidentemente aveva ben appreso “la lezione”, quando si è visto di fronte i truffatori, invece di accettare il pagamento, ha preso tempo e ha chiamato i carabinieri della stazione di Fondachello Valdina. I militari giunti in borghese, si sono finti addetti alle vendite di questa grossa rivendita di materiale edile, in modo da poter assistere alla flagranza del reato. Conclusa la vendita di diversi bancali di mattoni “forati” e altro materiale per l’edilizia, per un valore complessivo di circa 10mila euro, in cambio di 2 due assegni, i carabinieri intervenivano e arrestavano i due truffatori. Da ulteriori accertamenti è emerso, come previsto, che i due assegni erano provento di due furti. I due quindi venivano tratti in arresto in flagranza per truffa aggravata in concorso e per la ricettazione dei due assegni rubati, oltre che per falso e rifiuto di fornire le proprie generalità.

Scansato pericolo invece per il venditore che, a differenza di altri suoi colleghi meno accorti o forse meno fortunati, non ha subito nessun danno. La Procura della Repubblica di Messina concordando pienamente con i riscontri investigativi dei Carabinieri di Fondachello Valdina ha richiesto al GIP di Messina una misura cautelare, così ieri Crinò è stato tratto in arresto e sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari per i reati di truffa aggravata in concorso e ricettazione.

I carabinieri vanno avanti con le indagini ed hanno intenzione non solo di fare luce su altri episodi analoghi ma anche di ricostruire che fine ha fatto tutta la merce asportata in modo fraudolento. In tale ottica – si legge in una nota dei carabinieri – tutti gli imprenditori, sia che abbiamo denunciato truffe analoghe presso altri reparti, sia che non abbiano ancora denunciato, sono invitati a presentarsi alla stazione carabinieri di Fondachello Valdina .