Vincenzo Pergolizzi

Vincenzo Pergolizzi

La Corte di Appello di Messina ha confermato la sentenza di assoluzione emessa dal Tribunale Di Barcellona per l’imprenditore Vincenzo Pergolizzi, 61 anni, accusato di “concorso esterno in associazione mafiosa”. Con questa accusa il milazzese, difeso dagli avvocati Pinuccio Calabrò e Alberto Gullino,  era finito in carcere il 5 dicembre del 1999 ma assolto il 25 giugno 2008 con sentenza di primo grado. All’epoca il collegio giudicante, presieduto da Donica Mandalà, aveva stabilito che l’imputato doveva essere assolto con l’art. 530, 2° comma, «perché il fatto non sussiste». Questo perché in aula non è stata raggiunta la prova della sua colpevolezza nonostante le accuse mosse da numerosi pentiti; mentre per il favoreggiamento della latitanza di due boss catanesi, Turi Cappello e Nino Pace del clan “Cappello-Pillera”, a cui l’imprenditore avrebbe assicurato nel 1989, nella fase in cui i due erano ricercati dalla polizia, ospitalità in una sua casa messa a disposizione dei fuggitivi nell’hinterland di Milazzo, i giudici qualificando l’episodio come reato previsto e punito dall’art. 418 del codice penale (assistenza e ospitalità a latitanti), hanno dichiarato la prescrizione del reato.  La Procura Generale nella persona della dottoressa Vitanza aveva chiesto la condanna a quattro anni di reclusione. Oggi pomeriggio la Corte di Appello ha confermato la sentenza di assoluzione. A Pergolizzi con decreto del Tribunale di Messina del 23 ottobre 2012 è stata applicata la misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di Milazzo per quattro anni e la confisca dei beni per 25 milioni di euro, decreto confermato dalla Corte di Appello di Messina il 7 maggio 2014 ed annullato con rinvio alla Corte di Appello di Messina dalla Corte di cassazione il 14 maggio 2015. La sentenza di assoluzione dal reato di concorso esterno in associazione mafiosa del Tribunale di Barcellona è finita dinnanzi alla Corte di Appello poichè era stata impugnata dalla Procura distrettuale antimafia di Messina contestando «la valutazione di inattendibilità intrinseca dei collaboratori di giustizia Marchese Sparacio Timpani e Viola chiedendo la condanna del Pergolizzi». «Non posso che esprimere immensa soddisfazione per il risultato raggiunto in una vicenda processuale seguita professionalmente per 16 lunghi anni – ha dichiarato l’avvocato Pinuccio Calabrò –  vicenda che ha visto l’accusa sostanziarsi nelle propalazioni di otto collaboratori di giustizia del messinese e del catanese. Finalmente giustizia è stata fatta».