Che fine hanno fatto i progetti inviati alla Regione per intervenire nelle strade della Piana di Milazzo colpita dagli allagamenti? A domandarselo è Edoardo Macrì, a capo del “Comitato cittadino contro gli allagamenti della città di Milazzo” preoccupato, dopo i fatti di Genova e Parma, per l’arrivo del maltempo anche al Sud. Il comitato è stato costituito, circa 4 anni, per spingere il Comune di Milazzo ad occuparsi e risolvere il problema che affligge ogni anno il territorio cittadino. Il Comune, anche con la collaborazione dei tecnici del comitato aveva elaborato due progetti: il primo per proteggere tutta la piana di Milazzo dai rischi idrici ed idrogeologi, il secondo, di minore impegno finanziario, a protezione della sola contrada Feliciata. I progetti sono stati inviati alla Regione Sicilia, per ottenere i finanziamenti, ma a quanto pare se ne sarebbero perse le tracce. Macrì in una nota parla di “binario morto”.

«Un nostro emissario – si legge nella nota del comitato –  in quella sede, non è neppure riuscito a rintracciarli. Anzi è riuscito solo a ritrovare quello della contrada Feliciata, in un ufficio incompetente, e là permane, nonostante le nostre rimostranze e dimostranze. Recentemente, abbiamo chiesto al Comune di visionare i due progetti, per controllare quello che veramente è stato fatto. Lo abbiamo fatto ai sensi della legge 241/90, che prevede appunto tale nostra facoltà. Sono passati i prescritti 30 giorni e neppure una risposta. Abbiamo interessato a questo riguardo gli Assessori Santi Romagnolo ( Lavori Pubblici ) e Salvatore Gitto ( Ambiente ) e tutto ancora tace. E’ lecito allora pensare che in effetti il Comune abbia fatto poco o nulla, dopo l’invio dei due progetti alla Regione – attacca». Nel frattempo c’è stato un tavolo tecnico, grandi assenti i rappresentanti delle Autostrade ( anche loro parzialmente responsabili per alcune infrastrutture che convoglia male le acque ) e della Protezione Civile Provinciale e Regionale. Presenti i rappresentanti delle Ferrovie «che con l’interramento dei canali a monte della loro strada ferrata ed il posizionamento sbagliato di uno scarico a mare, concorrono ad aggravare il rischio idrico a Santa Marina». «Belle promesse del rappresentante di queste ultime – aggiunge Macrì –  ma nulla poi di fatto, col disinteressamento anche del Comune». Altra situazione di pericolo si verifica alle spalle del Cimitero di San Filippo ( dove le acque piovane, a causa di un canalone interrato, ruscellano sui terreni fino ad arrivare nella Via Botteghelle e di qui a scendere per la Via Fiumarella , ecc. ) ed anche qui – secono il comitato – «è stato fatto solo un lavoro provvisorio e probabilmente insufficiente».