Se prima Peppe Marano aveva certezze, ora pone domande. Prima che la Raffineria di Milazzo querelasse il responsabile locale dei Verdi/Green Italia sembrava assodato che le industrie del territorio fossero il “mostro da uccidere”. Ora ci va con i piedi di piombo. E tira in ballo, però, i sindaci di Milazzo e San Filippo del Mela, il prefetto di Messina, sindacati, procura. «Il nostro obiettivo è informare e non fare allarmismo. Fatto saldo questo principio diciamo che oggi alla Raffineria esiste una situazione di criticità in quanto il  Comitato Tecnico Regionale per la Sicilia, in sede di valutazione del rapporto definitivo di sicurezza (aggiornamento 2010) presentato dall’azienda, lo scorso 12 settembre ha espresso  parere negativo sull’analisi di rischio in esso rappresentata». Ha così esordito Giuseppe Marano, esponente regionale dei Verdi nel corso della conferenza stampa convocata all’Hotel La Chicca per fare il punto della situazione non solo sullo stato dell’ambiente ma anche sulla sicurezza degli impianti alla luce anche delle richieste della stessa azienda di realizzare un nuovo impianto per la produzione di idrogeno.

La conferenza stampa di stamattina

«Nonostante di questo rapporto si abbia contezza da oltre due mesi, nessuno ha pensato di informare la cittadinanza – ha aggiunto Marano – eppure si tratta di notizie che dovrebbero essere trasmesse con la massima urgenza per capire cosa sta succedendo ma anche per capire se vengono posti in essere gli opportuni interventi correttivi. Il  C.T.R. ha diffidato il gestore – ad adottare, entro 60 giorni, le necessarie misure individuate dallo stesso Comitato nella delibera al fine di prevenire tutti i possibili pericoli e scenari di incidente rilevante e limitarne le conseguenze per la salute umana e per l’ambiente. E’ stata fatta qualcosa?». Marano ha riferito che i Verdi hanno già inviato delle note per informare tutte le principali autorità istituzionali. «Ci prendiamo le responsabilità e le portiamo avanti con coraggio. La RAM non ci fermerà, saremo noi a chiedere i danni».
L’ex parlamentare Fabio Granata, oggi esponente di Green Italia, ha sottolineato la necessità di uscire dall’attuale fase di silenzio in materia ambientale. Chi oggi mette in risalto i problemi finisce con l’essere isolato e si dimentica che invece i temi della salute, della sicurezza, della bonifica ambientale dovrebbero essere delle priorità che invece le istituzioni politiche ed il governo regionale non considerano. Ecco quindi che è opportuno informare la gente che non dimentichiamolo vivendo su un territorio dove insistono le industrie potrebbero essere interessati non solo dall’inquinamento ormai costante ma anche dagli effetti di un incidente rilevante. La presa di posizione del Ctr è grave anche perché potrebbe comportare la necessità di riesaminare le autorizzazioni rilasciate e impegna tutte le istituzioni a precise responsabilità. In buona sostanza non si possono tenere più atteggiamenti omissivi”. Marano in una nota diffusa a margine della conferenza stampa ricorda che «per l’effetto, il Ctr ha diffidato il gestore – ai sensi dell’art. 27, comma 4, del D.Lgs. n. 334 ad adottare, entro 60 giorni, le necessarie misure individuate dallo stesso Comitato nella delibera al fine di prevenire tutti i possibili pericoli e scenari di incidente rilevante e limitarne le conseguenze per la salute umana e per l’ambiente». In caso di mancata ottemperanza, la legge prevede la sospensione dell’attività per il tempo necessario all’adeguamento degli impianti alle prescrizioni e, comunque, per un periodo non superiore a sei mesi. Se il gestore, anche dopo il periodo di sospensione, continui a non adeguarsi alle prescrizioni indicate l’autorità preposta al controllo ordina la chiusura dello stabilimento o, ove possibile, di un singolo impianto di una parte di esso.

Alla luce di quanta premessa, Marano si pone alcuni quesiti che riportiamo in maniera integrale:

1. I Sindaci dei Comuni di Milazzo e San Filippo del Mela, nel cui territorio è ubicato lo stabilimento gestito dalla Raffineria di Milazzo S.c.p.a., hanno adottato le misure e prescrizioni atte a prevenire o impedire il pericolo o il danno per la salute pubblica, anche chiedendo all’autorità competente di verificare la necessità di riesaminare le autorizzazioni rilasciate, o ancora hanno adottato i provvedimenti, anche contingibili ed urgenti, previsti dalla legge in caso di emergenze sanitarie o per prevenire e/o eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana?

2. Il Prefetto di Messina ha fatto ricorso ai poteri previsti in caso di urgenza o grave necessità pubblica, per motivi di sanità e sicurezza pubblica?

3. La Provincia di Messina ha esercitato le funzioni amministrative di propria competenza, anche in materia di tutela e valorizzazione dell’ambiente e per la prevenzione dalle calamità, come previste dalla legge?

4. E le competenze regionali in materia di incolumità e sicurezza pubblica, di tutela dell’ambiente, di tutela della sanità pubblica, etc., sono state esercitate?

5. E le corrispondenti competenze ministeriali?

6. Sono stati adottati (ovvero riveduti ed aggiornati) i Piani di Emergenza Interno ed Esterno, con le previste consultazioni rispettivamente del personale che lavora nello stabilimento e della popolazione e, quindi, sono state attivate le dovute linee di informazione sul rischio industriale nei confronti di tutti coloro che potrebbero essere interessati dagli effetti di un incidente rilevante? E le altre forme di consultazione della popolazione previste dall’art. 23 del D.Lgs. n. 334/99 sono state attivate?

7. Sono state esercitate – da tutti i livelli di governo interessati – le competenze in materia di Protezione civile al fine di tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da catastrofi e da altri eventi calamitosi?

8. In questo contesto emergenziale, le Organizzazioni Sindacali di categoria hanno assolto ai propri compiti e funzioni istituzionali a tutela dell’integrità della vita, della salute e della sicurezza dei lavoratori che operano nell’insediamento industriale? Ed in che modo?

9. Il C.T.R. di Palermo come intende procedere rispetto alla valutazione del rapporto definitivo di sicurezza della nuovo impianto di produzione idrogeno (HMU3), sempre di pertinenza della Raffineria di Milazzo S.c.p.a., se – come si evince dal corpo delle delibere assunte il 25.06.2013 e 12.09.2013 – in tale valutazione dovrà considerare le interferenze tra lo stesso impianto di produzione idrogeno e gli altri impianti limitrofi, in termini di contrasto degli scenari incidentali e contenimento delle conseguenze (rimarcando che lo stesso C.T.R. ha espresso parere negativo sulla valutazione del relativo rapporto di sicurezza)?

10. Il C.T.R. di Palermo, posto il presumibile decorso del termine di diffida di 60 giorni assegnato alla Raffineria di Milazzo S.c.p.a. nella suddetta delibera n. 191 del 12.09.2013, come intende procedere al riguardo?

11 Gli enti previdenziali come INAIL sono al corrente di questa situazione???’

12. Gli Enti e le Amministrazioni preposte, hanno provveduto di esporre i fatti summenzionati al Procuratore della Repubblica competente per territorio affinché questi possa assumere le determinazioni di propria competenza in merito alla verifica della sussistenza di eventuali fattispecie di reato, alla individuazione dei soggetti responsabili ed alla loro punizione alle pene di legge?

Sebastian Donzella