Documento di riconoscimento, orari rigidi, motivazione dell’accesso. Entrare al comune, anche per una semplice chiarimento, o per depositare una banale richiesta, per i cittadini milazzesi è diventato un supplizio. Gli uscieri che stanno all’ingresso applicano – su disposizione dell’amministrazione – “tolleranza zero”. In realtà se da un lato hanno regolato l’affluenza negli uffici (e non è un male), dall’altro  hanno creato l’ennesima barriera tra questo esecutivo e i cittadini quando in altre realtà (vedi Messina) si seguono percorsi inversi. Riceviamo e pubblichiamo una lettera del nostro lettore Edoardo Macrì. La stessa disponibilità verrà utilizzata nei confronti di chi vorrà replicare.

l’ingresso del comune

E’ una cosa inaudita che nemmeno nei paesi totalitari è più in uso (o quasi). Eppure succede in questa nostra Città, nel nostro Comune. Mentre si parla di semplificazioni a tutti i livelli, per rendere al Cittadino la vita più facile. Si sa che la pubblica amministrazione è al servizio anche del cittadino. E che essa amministrazione debba al cittadino rispetto e cortesia ed è tenuta anche ad operare al fine di promuovere le condizioni per l’effettivo esercizio dei diritti del cittadino. Mentre il cittadino deve collaborare con essa, ma anche pretendere che la sua richiesta venga evasa in un ragionevole lasso di tempo.

Tutte cose bellissime queste, ma il nostro comune pare non le sappia nemmeno. Infatti l’apertura al pubblico degli uffici del nostro Comune è limitata non solo nelle ore della giornata, ma anche nei giorni della settimana. Poi, in portineria, c’è addirittura uno stato di polizia. Chiunque voglia superare la soglia della portineria, nel giorno e nelle poche ore stabilite, deve esibire la propria carta d’identità (non so se venga accettato altro documento) ed in più viene registro in un apposto brogliaccio. Chi poi deve depositare un atto, una lettera o qualcos’altro non solo deve esibire la propria carta di identità, ma deve anche lasciarne copia. Quando il portiere s’impietosisce è lui stesso a farla, diversamente il mal capitano deve girare la Città, per trovare che gliela fa. E sotto questo gran sole di agosto corre anche il pericolo di prendersi un bel mal di testa, se non qualcosa di ancora più grave.

Ma non è sufficiente che lui, il portiere, prenda i soli estremi di questo documento oppure annoti sul suo brogliaccio semplicemente “conosciuto”, visto che qua a MIlazzo poi tutti ci conosciamo? Credo proprio di si, perchè, per quello che so, la copia di un documento valido va presentata solo in segno di autentificazione di una firma e non certo per il solo piacere di mettere il cittadino in difficoltà.

Ma qualcuno glielo vuole dire alla nostra amministrazione che siamo dei cittadini e non dei sudditi ? Che devono aprirsi al cittadino e rendergli la vita più facile. Che sono loro al servizio del cittadino e non viceversa?

Edoardo Macrì