VIDEO. Ad aprire il comizio è stato Cetto Laqualunque, che ha spiegato la sua idea di turismo. Quando il personaggio di Antonio Albanese ha concluso da un maxi schermo con il celebre slogan, “Chiù pilu pi’ tutti”, è comparso sul palco il sindaco Carmelo Pino che, per non essere meno a Laqualunque, alla fine svelerà il nuovo simbolo del comune al posto dell’Aquila reale: un osso spolpato (dai suoi predecessori). Nelle due ore di incontro con i cittadini, circa 600 di cui 400 accomodati in delle sedie al centro di Piazza Duomo dalle 22 alle 24 di ieri sera, Pino ha spiegato per filo e per segno tutto il percorso che sta portando alla proclamzione del dissesto.

Carmelo Pino mostra un osso durante il comizio

Questioni, a dire il vero, già note, un po’ noiose, che ha cercato di semplificare con l’ausilio di documenti e fotografie sul maxi schermo. Proprio li sono state mostrate le ricevute dei rimborsi chiesti dal suo predecessore, Lorenzo Italiano. Italiano, in passato,aveva dichiarato di avere portato avanti una politica economica rigorosa al punto da accontetarsi di mangiare un panino quando andava fuori città per motivi istituzionali. Pino ha mostrato ricevute di ristoranti da 47 euro a persona, rimborsi da oltre 100 euro per due “colazioni di lavoro”. Poi ha assicurato che presto verranno riaccese le luci della pubblica illuminazione in tutte le vie, ha accennato alle difficoltà ad ottenere i collaudi del castello, della nomina di gruppi di lavoro per il prg, dei finanziamenti assegnati a cominciare da quallo di oltre 10 milioni di euro per i “Giardini di Federico” nell’area Tribò, della raccolta differenziata. Poi ha dato la parola al pubblico.Solo un paio le richieste di informazioni: sulle strade di San Giovanni, sulla movida del Borgo e sulla gestione del Trifiletti. A strappare un timido applauso dei cittadini presenti (a dire il vero un po’ annoiati, qualcuno appisolato sulla sedia) la promessa che il mercato settimanale del giovedì ritornerà a Ponente dopo il completamento del lungomare e la gag dell’osso. “Il Ministero degli Interni ci ha scritto e comunicato che non possiamo più utilizzare l’aquila reale come simbolo del comune – ha detto Pino con tono mesto – dovremo utilizzare questo, un osso spolpato, l’unica cosa che ci hanno lasciato”. A seguire il video (altri spezzoni all’indirizzo youtube di Oggi Milazzo, compresa l’apertura).