Clima sempre rovente in consiglio comunale e forze politiche che ieri sera hanno deciso di occupare – seppur per qualche ora – l’aula consiliare, interrompendo i lavori per contestare l’assenza in Aula dei rappresentanti dell’Amministrazione, del segretario generale, del Ragioniere e del dirigente di settore. “Non è possibile che in una fase così delicata, col rischio dissesto – ha detto il consigliere Franco Cusumano – non ci sia presente la controparte”. Da qui la decisione condivisa poi da tutti gli altri di promuovere la protesta, culminata anche nella redazione di un documento sottoscritto da 18 consiglieri e inviato anche al prefetto di Messina nel quale si denuncia la situazione. In apertura di lavori invece è stato il revisori dei Conti, Giuseppe Magistri (in aula era presente anche l’altro componente Antonino Piraino) a chiedere alla Presidenza di intervenire per rispondere all’assessore al Bilancio, Giuseppe Midili che lo aveva chiamato in causa in un comunicato stampa. “Non può lanciare accuse gratuite – ha detto il Revisore – e sarà la Corte dei conti a stabilire se ci sono responsabilità, di chi sono e da quando far decorrere le verifiche sullo stato di criticità del Comune. Al riguardo attendo con ansia di conoscere il contenuto della relazione che l’ispettore regionale Angelo Sajeva ha consegnato all’assessorato regionale per capire quale relazione abbia preso in considerazione, visto che quella ritenuta ufficiale del collegio dei revisori porta la firma mia e di Piraino, con la quale si evidenzia assenza di dati e tenuto conto che ad oggi non si ha il consuntivo per cui non si sa come si può dire se c’è dissesto, o meno”. Magistri ha poi lamentato che l’assessore abbia messo in discussione la sua “autonoma capacità di giudizio” ed ha confermato le sue perplessità sul dissesto riscontrando che “il 29 novembre 2011 è stato votato il riequilibrio di bilancio, corredato dei necessari pareri espressi favorevolmente, mentre il quattro febbraio è stato sostenuto che c’è dissesto finanziario. Cos’è accaduto di disastroso? Forse non sono stati venduti gli immobili? E come sarebbe stato possibile pervenire alla loro alienazione in un arco di tempo in cui non sarebbe stato consentito procedere neppure al bando di gara?». Da ultimo il Revisore ha ribadito le conseguenze dell’eventuale dissesto, sottolineando che “a pagarlo sarebbero i cittadini, perché le aliquote arriverebbero al tetto massimo, e potrebbero essere a rischio anche posti di lavoro del personale dipendente”.