IL CASO. Si può mangiare il pesce acquistato a Vaccarella dopo che l’Arpa ha riscontrato tracce di idrocarburi nel mare? La domanda posta dallo storico Massimo Tricamo in una lettera inviata al Comune di Milazzo e alla capitaneria di Porto rimane insoluta. L’unico a rispondere con una mail è stato il comandante Francesco Coke della Guardiacostiera, in allegato un file intitolato “inquinamento Raffineria” (cosa c’entra la raffineria se non è stata individuata la causa dello sversamento? Sicuramtente si è trattato di un errore in buona fede). Nella lettera Coke rinadisce che l’Arpa di Messina ha riscontrato tracce di idrocarburi in cinque campionamenti su undici e fa un punto sui rifiuti vegetali di Capo Milazzo. Ecco la risposta:

Barche a vaccarella

 

“Nel corso dei pattugliamenti del litorale di giurisdizione – scrive Coke – si è provveduto altresì ad effettuare dei campionamenti di acqua di mare, delle zone maggiormente interessate dai fenomeni di accumulo dei detriti alluvionali di cui trattasi, inviandone i relativi reperti all’ARPA competente per territorio per i test del caso, dai quali esiti è emerso che 5 su 11 campioni, sono risultati caratterizzati dalla presenza, in percentuali diverse, di sostanze di origine idrocarburica. Questo Comando ha proseguito, nei giorni successivi all’evento, all’effettuazione di ulteriori verifiche intese ad accertare lo stato dei luoghi lungo il litorale Milazzese e, in particolar modo, sul fondale marino antistante la località Vaccarella del Comune di Milazzo circa l’eventuale deposito di sostanze inquinanti di natura idrocarburica. Personale dipendente ha collaborato, in data 03/12/2011, con sub appartenenti al diving “Acquatica” di Milazzo alle immersioni i cui risultati hanno evidenziato che il predetto fondale non presenta tracce visibili di idrocarburi, ponendo in essere comunque dei campionamenti di sedimenti depositati sul fondale marino. Per quanto riguarda la riviera di Ponente e, specificamente, la zona denominata “Baia di Sant’Antonio”, a cura del predetto diving si sono svolte delle immersioni da cui è emersa la presenza di notevoli quantità di materiali di varia natura, già segnalati da questa Capitaneria di Porto, presumibilmente trasportati a seguito delle esondazioni dei torrenti Longano e Idria. Come relazionato dagli stessi sub si tratta di materiale eterogeneo galleggiante costituito, in gran parte, da tronchi d’albero, plastica e centinaia di metri di tubi di gomma da irrigazione che le correnti hanno concentrato nella baia.  Tutta l’intera attività connessa alle immersioni è stata documentata da una breve relazione con allegati rilievi fotografici e riprese video. Questo Comando è in attesa di ricevere gli esiti delle analisi di campionamento eseguite dall’Agenzia Regionale per la protezione dell’Ambiente successive all’intervento di bonifica da parte della ditta “Mare Pulito”” conclude il comandante della Capitaneria di Milazzo. Purtroppo se il pescato di Milazzo si èuò mangiare in sicurezza rimane una incognita.